La comunicazione è responsabile?

È la pubblicità a dirci chi dobbiamo essere, cosa possiamo diventare? No, certo, ma contribuisce a consolidare ruoli stereotipati e limitanti. I media, in tutte le forme, vecchie e nuove, hanno un immenso potere: quello di raccontare storie che diventano paradigmi, di proporre immaginari che poi diventano reali.
Nella maggior parte della comunicazione che viene prodotta il presente – che è oggi un tempo postmoderno, meticcio, fluido – sembra essere dimenticato, in favore di rappresentazioni che ci raccontano e reiterano stereotipi che vogliamo superare.
Queste rappresentazioni influenzano drasticamente il modo in cui percepiamo le altre persone e quello attraverso il quale ci percepiamo e ci vediamo. Le narrazioni hanno quindi un potere immenso. Narrazioni accurate e quanto più autentiche possibili, possono abbattere barriere, aprirci a nuovi universi, possibilità e creare inaspettati e non rigidi modelli di ruolo, in una società in continuo mutamento e che può essere re-immaginata e ricreata attraverso storie capaci di proporre valide e credibili alternative a stereotipi ormai anacronistici.
Da questo Ella Marciello e Francesca Mudanò sono partite per portare la responsabilità in comunicazione. E hanno stilato un contratto: il contratto della comunicazione responsabile, per chi la comunicazione la fa tutti i giorni e per le aziende che si affidano a loro.

Ella Marciello

Direttrice Creativa, Copywriter, Autrice

Sono una direttrice creativa, copywriter, autrice e communication strategist. Ho mosso i primi passi nell’ambito della comunicazione nel 2010, prima in azienda e poi in diverse agenzie pubblicitarie. Ho lavorato come copy, strategist e direttrice creativa trasversalmente all’ATL e al BTL, nell’ambito della divulgazione e degli eventi culturali e come docente in molteplici realtà formative, tra cui lo IED di Torino, la Scuola Holden e l’Università Cattolica. Negli ultimi anni ho portato avanti, attraverso campagne sociali, le tematiche legate alla parità di genere e alla comunicazione inclusiva e responsabile, venendo inserita tra le Unstoppable Women di Startup Italia come una delle 1000 donne che stanno cambiando il nostro paese. Il mio primo libro, uscito nel 2022, si intitola “Scrittura Ribelle”, con la prefazione di Paolo Iabichino. Nel 2023 ho vinto il primo premio “La comunicazione che fa bene” (Touchpoint Strategy Award) con una campagna che affronta stigma e stereotipi sulla salute mentale.

Dov’è finito il presente? Si chiama presente perché non è finito, continua: sta a noi decidere come.

Francesca Mudanò

CEO & Creative Director @Cookies

Sono direttrice creativa femminista e CEO di Cookies. Sono nata a Camogli, di fronte al mare. Dopo una laurea in Media Arts a Londra e qualche avventura creativa a Los Angeles, mi sono stabilizzata a Milano. Ho scelto di lavorare in pubblicità perché credo nel potere della comunicazione di generare progresso e cambiare la società. La mission della mia agenzia è infatti: “Sfidiamo lo status quo una campagna alla volta”. Negli anni ho lavorato per brand nazionali e internazionali tra cui: eBay, PayPal, easyJet, Unicef, Qonto, WeWorld, Viacom. Nel 2017 ho scritto e prodotto il primo spot italiano con dei sex toys per Mysecretcase, che è stato definito “l’atto di più onesto femminismo dell’anno“, grazie al claim “vogliamo un mondo dove le donne non sono oggetti sessuali, ma possono averli tutti“. Sempre per Mysecretcase, nel 2021 ho scritto “Scoprire Scopare – Manuale per sesso da manuale”. Dal 2019 sono Professoressa di pubblicità e creatività in NABA – Nuova Accademia di Belle Arti.

Dov’è finito il presente? Il presente è la tartaruga: non facciamo come Achille.