Dai film agli oggetti di uso quotidiano. Attimi di consumo e vita felice, soddisfatti e garantiti dal mondo digital. In tempi sempre più rapidi. Guardiamo in anteprima un concerto su YouTube prima di andare allo stadio, usiamo WhatsApp perché è più immediato di un’e-mail.
Siamo tutte e tutti Generation Now, non come dato anagrafico, ma come condivisa inclinazione alla gratificazione istantanea, come diffusa attitudine all’impazienza nei tempi di attesa. Dai feedback di un lavoro ai commenti di un post, dal download di file musicali agli acquisti online, i gap temporali tra domanda e risposta, di un prodotto o di un invito galante, si riducono drasticamente.
Mi piace, clicco e lo voglio. Subito. E c’è anche una sovrabbondanza di presente nell’insaziabile, inarrestabile urgenza di condividere e far sapere al mondo, adesso, tutto quello che si fa adesso: una bella foto di un piatto di pasta al ristorante, il workout con bicipiti in primo piano in palestra, le dirette streaming sui social che documentano il nostro andare al supermercato.
E il tempo per le persone, le occasioni e le cose davvero importanti dove è finito?
Una bellissima campagna pubblicitaria spagnola ci insegna a ritrovarlo, alla fine, con un emozionante esperimento sociale.